Il termine pianta aromatica indica piante contenenti aromi, oli essenziali per essere più precisi che hanno al loro interno una grande quantità di molecole chiamate metaboliti secondari. Questi sono delle sostanze contenute nei tessuti segregatori delle piante che non costituiscono fonte di nutrimento per la pianta ma hanno comunque una funzione biologica importantissima per quanto riguarda la difesa dagli insetti fitofagi, per i quali risultano repellenti; ma anche come stimolanti il metabolismo vegetale; nei fiori di attrazione per gli insetti; di agenti allelopatici per la difesa e la competizione con altre specie, e di difesa dagli erbivori.
Questi oli essenziali hanno poi una definizione specifica in Farmacopea: “un prodotto profumato di composizione generalmente complessa, ottenuto a partire da una materia prima vegetale o parte di essa definita correttamente dal punto di vista botanico e ottenuta sia per distillazione in vapore d’acqua o distillazione a secco sia mediante l’impiego di procedimenti meccanici senza riscaldamento”.
Inoltre bisogna dire che essi generalmente possono essere estratti attraverso una tecnica di distillazione in corrente di vapore, che prevede la che il vapore estragga l’olio essenziale e lo separi dall’acqua aromatica, ed una tecnica di spremitura che, ad oggi, viene utilizzata solo per gli agrumi e consiste nella compressione delle scorze fino all’apertura delle ghiandole oleifere che secernono essenza mista ad acqua.