Grano Duro
Origine e Diffusione
Il frumento o grano duro si è evoluto piuttosto tardi (IV sec. a.C.) soppiantando il farro in tutta l’area mediterranea e medio-orientale a clima caldo e siccitoso, dove tuttora ha la massima diffusione. Assai recente è l’introduzione del frumento duro negli altri continenti. Il frumento duro nel mondo è coltivato su un’area molto meno estesa del frumento tenero e con impiego prevalente per la preparazione di paste alimentari, previa speciale macinazione che porta alla produzione della semola, anziché di farina.
Il frumento duro ha avuto una notevole espansione in Italia negli anni ’70 a seguito della politica agricola seguita dalla Comunità Europea. Constatato che il consumo di paste alimentari aumentava e che la produzione europea era largamente deficitaria, la CE per ridurre l’importazione ha voluto incentivare la produzione comunitaria di frumento duro.
Questa politica è stata ed è di notevole vantaggio per l’Italia, che è il più grande produttore di frumento duro, e in particolare per le sue regioni meridionali e insulari dove è stata tradizionalmente concentrata la produzione di questo cereale.
Produzione dell'Azienda Agricola San Germano
- Annata Agraria 2022/2023 - 43,12 ettari coltivati per 1.180,09 quintali prodotti
- Annata Agraria 2021/2022 - 43,23 ettari coltivati per 1.121,00 quintali prodotti
- Annata Agraria 2020/2021 - 55,03 ettari coltivati per 1.430,70 quintali prodotti
- Annata Agraria 2019/2020 - 47,14 ettari coltivati per 1.910,00 quintali prodotti
- Annata Agraria 2018/2019 - 54,91 ettari coltivati per 1.953,80 quintali prodotti
- Annata Agraria 2017/2018 - 47,47 ettari coltivati per 1.387,40 quintali prodotti
- Annata Agraria 2016/2017 - 46,79 ettari coltivati per 1.598,26 quintali prodotti
- Annata Agraria 2021/2022 - 43,23 ettari coltivati per 1.121,00 quintali prodotti
- Annata Agraria 2020/2021 - 55,03 ettari coltivati per 1.430,70 quintali prodotti
- Annata Agraria 2019/2020 - 47,14 ettari coltivati per 1.910,00 quintali prodotti
- Annata Agraria 2018/2019 - 54,91 ettari coltivati per 1.953,80 quintali prodotti
- Annata Agraria 2017/2018 - 47,47 ettari coltivati per 1.387,40 quintali prodotti
- Annata Agraria 2016/2017 - 46,79 ettari coltivati per 1.598,26 quintali prodotti
Orzo
Origine e Diffusione
L’Orzo è una pianta conosciuta dall’uomo fin da epoche remotissime: era già coltivato in Medio Oriente nel 7° millennio a.C. e da qui si è diffuso in tutto il mondo. In Italia l’orzo occupa una superficie coltivata pari 360.000 ettari, con una produzione di 1,4 milioni di tonnellate.
Le rese unitarie sono in forte aumento: 5-6 t ha sono da considerare rese non più eccezionali, come erano in un recente passato, a causa della limitata resistenza all’allettamento delle varietà un tempo coltivate e delle tecniche poco intensive di di coltivazione.
L’orzo si coltiva, oltre che per granella, anche come pianta da foraggio. Nelle zone dove il clima è meno adatto alla coltivazione del frumento, l’orzo è stato, ed in molti Paesi in via di sviluppo è tuttora, un importante alimento per l’uomo, come fonte di carboidrati e secondariamente di proteine. Invece nei Paesi più sviluppati, la granella di orzo trova la destinazione principale (85-90%) nella mangimistica zootecnica e secondariamente (10-15%) nell'industria del malto ( il malto, cioè la granella in cui l’amido è stato idrolizzato, è la materia prima per la fabbricazione della birra, del whisky e per la preparazione di farine al malto, ecc.). Impiego molto secondario dell’orzo è come surrogato del caffé.
L’attuale tendenza al livellamento dei prezzi e la forte richiesta stimolano l’espansione di questo cereale minore, soprattutto in sostituzione del frumento in molte zone marginali o in condizioni poco favorevoli dove l’orzo consente di conseguire rese superiori e più costanti del frumento.
Produzione dell'Azienda Agricola San Germano
- Annata Agraria 2022/2023 - 1,39 ettari coltivati per 39,30 quintali prodotti
- Annata Agraria 2021/2022 - 3,27 ettari coltivati per 91,00 quintali prodotti
- Annata Agraria 2021/2022 - 3,27 ettari coltivati per 91,00 quintali prodotti
Fonte: Agraria.org